
Weissestal intervista… Casastile!
La rivista Casastile è un punto di riferimento da lungo tempo per chi si occupa del settore casa. Abbiamo fatto una chiacchierata con il suo direttore, Laura Tarroni, per comprendere meglio come stia cambiando il mondo dell'editoria e come riesca a convivere con le novità digitali che costellano ormai il nostro modo di vivere. Doverosa anche una riflessione sul ruolo che ricoprono i negozi fisici nel processo d'acquisto, capaci di donare sempre quel valore aggiunto costituito dal rapporto interpersonale che manca nel - comodo - mondo online.
Qual è il ruolo delle riviste cartacee nel panorama editoriale odierno? C’è ancora il desiderio di sfogliare le pagine o si preferisce leggere attraverso uno schermo?
Credo che si tratti di due modalità differenti di fruire dell'informazione. Da una parte, il web risponde alla richiesta di una informazione rapida, veloce, dall'altra, la rivista cartacea va ad interpretare il desiderio di approfondimento, ma anche del piacere della lettura. Non solo, la rivista cartacea "resta" su una scrivania, sul tavolo, sul bancone di un punto vendita… pronta per essere sfogliata con piacere ed emozione.
E nel settore dell’home decor? Quali sono le fonti principali da cui trovare ispirazione e per rimanere aggiornati sulle ultime tendenze?
Questi ultimi anni sono stati realmente particolari. Sicuramente la mancanza di fiere, di incontri fisici, ha spostato l'attenzione verso la dimensione virtuale e su altre forme di aggiornamento e formazione, ma resta altissimo il desiderio di momenti live. Ho fatto un piccolo sondaggio sull'opportunità di organizzare un incontro di formazione per i dettaglianti e il consenso è stato tempestivo, c’è voglia di crescere, reincontrarsi.
I portali online e i social stanno insidiando la produzione cartacea o si possono integrare unendo modernità e tradizione della comunicazione?
Non credo che il vero tema sia il media (in mezzo) con cui fare informazione ma chi c'è dall'altra parte. Sicuramente la "facilità" di utilizzo delle piattaforme social le rende più fragili e più idonee alla diffusione di fake news, di disinformazione. Credo, quindi, che la competenza, il valore di chi fa informazione, in ogni campo e con ogni media sia la vera discriminante.
La rivista Casastile come ha saputo bilanciare le due modalità (online e offline) e dove riscontrate maggiore interesse?
Casastile ormai da tempo affianca alla rivista cartacea un sito che genera una newsletter quindicinale e la presenza sulle piattaforme social, Facebook, Twitter e Instagram, YouTube. Parlando di social, sicuramente, in questo momento, è Instagram la piattaforma in cui riscontriamo maggiori interazioni. Quello che stiamo facendo è creare un vero sistema di comunicazione integrato dove la carta, il web ma anche eventi e incontri si completano per raccontare "la bellezza, che salverà il mondo”, del nostro settore.
Il mondo social si riflette anche e soprattutto sulle abitudini del consumatore, che sempre più spesso porta a termine le sue spese dietro lo schermo di un pc e senza interazioni umane. Come sta cambiando l’esperienza d’acquisto nel settore casa?
Anche nel mondo della domesticità le vendite online sono cresciute, anche sulla spinta dei mesi di lockdown. Questo ha portato i negozi ad accelerare le strategie di vendita digitali. Molti si sono dotati di siti di e-commerce (addirittura di app) o hanno almeno utilizzato i social e WhatsApp per mantenere i contatti con la propria clientela, percorsi che sono continuati anche con la riapertura. La differenza fra l'acquisto sui grandi market place e sui siti dei punti vendita è ancora una volta il brand negozio che diventa garanzia di qualità e servizio.
Quale ruolo riveste ancora il negozio fisico e quali opportunità offre?
Credo che il punto vendita fisico abbia ancora un ruolo sociale, oltre che commerciale. Abbiamo visto come le nostre città, i nostri paesi, i nostri quartieri erano tristi con le insegne spente e le saracinesche abbassate. Il negozio (come lo era la bottega medievale) ha un ruolo culturale di aggregazione, di creazione di racconti legati al tessuto urbano. Dal punto di vista commerciale quello che fa la differenza, il fattore x, è sicuramente il fattore umano: l'empatia, la competenza, il saper vendere sono valori insostituibili. Insieme all’experience, ovvero alla capacità di creare luoghi coinvolgenti, in grado di tessere storie, sono gli asset del retail fisico. Asset su cui puntare, (non a caso anche i market place più importanti hanno aperto negozi fisici!).